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marți, 17 februarie 2009

Anna Ammirati


Biografia
Anna Ammirati nasce tra botti, trik trak, e fuochi d’artificio di un capodanno napoletano. Già da piccola manifesta segni di esplosioni creative aspettando febbrilmente la lava del Vesuvio. Cresciuta in questa attesa a cinque anni canta “ la farfallina rossa” nel gruppo teatrale “I boomerang”, ottenendo grandi consensi di pubblico e di critica soprattutto per l’interpretazione ed esecuzione de “la mossa”.
Iniziata dalla nonna materna ai racconti e ai proverbi, coltiva la passione per le piante. La bocca di leone… è la sua preferita. Cresce forte e chiara, con una dentatura invidiabile, ma alla pallacanestro preferisce il biliardo che rimane alla sua altezza. Ogni estate, durante la chiusura della scuola, sua mamma la porta dalla signorina Giggetta per le lezioni di ricamo. Anna si perfeziona in:punto a giorno, punto a croce e punto e basta!, di gran lunga il suo preferito.
L’estate è la stagione in cui Anna fa più scoperte e proprio durante le vacanze con la famiglia, dopo la visione di un film di De Sica , idolo di sua mamma, decide che da grande farà l’attrice.
Trova il primo terreno di prova, dopo le esperienze nel gruppo “I Boomerang”, nella saletta parrocchiale dell’Acr (azione cattolica ragazzi) di cui fa parte. Preparano recite e spettacoli in cui le vengono affidati quasi sempre i ruoli maschili: nella rappresentazione della Nascita, le fanno fare Giuseppe, nella messa in scena della commedia musicale Grease le danno il ruolo di John Travolta e persino in una rappresentazione della Via Crucis interpreta la parte del ladrone buono. Questo fu uno dei primi segnali di rottura con l’Acr, stanca di fare sempre “l’uomo” con una esorbitante curiosità sperimenta altri territori.
Dopo crisi e pianti per convincere i suoi genitori, finalmente comincia a frequentare una scuola di danza classica e moderna. Qui conosce Valeria che la inizia all’arte della cucina. Da questo momento, Anna comincia a vedere che ogni qualvolta combatte per qualcosa ne ottiene sempre un’altra, attenzione, non di minore importanza.
Le materie scientifiche sono talmente di suo gradimento che si diploma in Arte applicata, all’Istituto d’Arte. Per non parlare della sua passione per Nina, il meraviglioso personaggio del “Gabbiano “di Cechòv, proprio quando pensa di essere pronta per il debutto teatrale, viene scelta, per un nuovo film, dal regista dell’erotismo: Tinto Brass. Ma ci arriviamo tra non molto.
Con la non approvazione di suo padre, sua madre, sua sorella e suo fratello, si trasferisce a Roma per realizzare il sogno della recitazione. Supera brillantemente l’esame d’ammissione alla facoltà di psicologia e comincia a lavorare in una pasticceria per mantenersi nella capitale.
Tra un esame e l’altro, diventa aiuto cuoca in un bistrot del centro, poi vende tappeti persiani, fa la portatrice di fiori al cimitero: si occupa di portare fiori e accendere ceri per chi non può e non vuole andare, porta le pizze a domicilio, si traveste da Charlot in piazza Navona. Insomma la vita romana è faticosa e all’università riversa i suoi sogni, come un vulcano, sul banco insieme alla sua testa e cade addormentata spesso, infatti ancora oggi non sa bene se ha incontrato in sogno Beatrice Bracco ed ha realmente intrapreso, il sentiero incandescente, la via dell’artista; giungono echi ancora adesso, fra deflagrazioni varie di vita quotidiana, provini, incontri, di frequentazioni a stage con Geraldine Baron, Greta Seacat, e Caty Marchand del Living Theatre , nomi preziosi e affascinanti echi di un sogno lavico oppure realtà?! Comincia a non distinguere più la soglia tra la terra che brucia, il fornello che avvampa dolci pietanze, parole, sorrisi e lacrime tra lapilli di pellicole infuocate.
Proprio in una di quelle lezioni universitarie un suo amico le ruba una foto (tanto Anna dormiva!) e la fa vedere al regista Tinto Brass. La sveglia una telefonata. Comincia veramente il sogno? Accetta d’incontrarlo per curiosità. A cinecittà! Io sono un gabbiano! Tra cento super-ragazze è scelta. Lei, proprio lei, Monella piccolina e cicciotella. Che fa di tutto per fare il contrario di tutto. La notorietà improvvisa la fa emigrare a Londra, dove lavora in un orto botanico. Da allora la sua preziosa attività di far crescere le piante è stata qualche volta piacevolmente interrotta, talvolta dal cinema, dal teatro e dalla televisione. Tra molti dolci di pasticceria, quadri colorati, fogli e foglie di tutti i tipi, comincia a pensare di aver trovato veramente l’unica ragione della sua vita passando da un set all’altro.Salvatore Piscicelli la catapulta in “Quartetto” e “Alla fine della notte”. Con Carla Apuzzo giunge come protagonista di “Rose e Pistole” al Festival di Berlino. Alessandro di Robilant la dirige ne “I Fetentoni”, tra corruzione e potere con squarci mozzafiato sul mare di Calabria. Calca i palcoscenici d’Italia col duro e necessario testo di David Hines “Bondage”. Duetta con Gianfelice Imparato nel fanta-film “La Repubblica di S. Gennaro”. Buca (si fa per dire) il piccolo schermo con fiction di alto profilo (Joe Petrosino, Donna Detective, ecc.).
Si dedica alla pesca! Guardando i gabbiani in volo per isole vulcaniche a lei parenti, sfiorandone i contorni con qualche penna bruciacchiata, ma sempre in volo tra olezzi di zolfo e gelsomini, tra olivi e capperi, grandi registi, grandi idee e progetti che dal fuoco nascono e nella lava spesso si sciolgono.
Così nasce Sara! Creatura divina abituata alle forti temperature già dal liquido amniotico.
“Il piccolo tributo alla vita cresce lasciandola più libera di cogliere quel miracoloso precario equilibrio di tutte le forme vitali che riesce incredibilmente a sospendere all’Arte e alla Vita come per una strana coesione, funambolico paesaggio di antinomie lessicali in attesa paziente di correnti ascensionali.”, G.P.

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